Nel contesto delle riforme del PNRR, il legislatore del 2021 ha introdotto il Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO), con l’obiettivo di operare una reductio ad unum degli strumenti pianificatori e programmatori che fino ad oggi hanno orientato e conformato la complessiva architettura – organizzativa e funzionale - delle Pubbliche Amministrazioni.
La soppressione di alcuni “adempimenti”, ingenerando difficoltà applicative e interpretative che non semplificano il lavoro programmatorio a cui le Pubbliche Amministrazioni sono tenute, richiede la prospettata integrazione degli strumenti di pianificazione in materia di performance e di anticorruzione, anche al fine di valutare se il PIAO, così come concepito a livello normativo, sia in grado di operare un’effettiva integrazione sostanziale e non si limiti - invece – a strumento di mera giustapposizione solo formale.
In base al DPR 24 giugno 2022, n. 81 e seguendo gli schemi contenuti nel Decreto 30 giugno 2022, n. 132, confluiscono nel PIAO:
- il Piano dei fabbisogni e il Piano delle azioni concrete;
- il Piano per razionalizzare l’utilizzo delle dotazioni strumentali, anche informatiche, che corredano le stazioni di lavoro nell’automazione d’ufficio;
- il Piano della performance;
- il Piano di prevenzione della corruzione;
- il Piano organizzativo del lavoro agile;
- i Piani di azioni positive.
Peraltro, vi sono settori della P.A. – quali, ad esempio, gli Enti Locali - nei quali i processi di programmazione sono già articolati e sviluppati e di cui la nuova normativa dovrà tenerne conto: è lecito chiedersi, infatti, come si intreccerà il PIAO con il DUP, ovvero con il PEG, documenti programmatici/operativi che sono oramai consolidati.
Certamente, negli intenti del legislatore, l’obiettivo di integrare i diversi servizi (non solo i documenti) facendoli interagire, in maniera tale che si impari a lavorare in team e di concerto con le altre Pubbliche Amministrazioni, dovrebbe consentire di conseguire anche gli obiettivi ambiziosi definiti dal PNRR.
Ma si potrebbe anche pervenire, nella pratica, alla diversa conclusione di un Piao quale archetipo di un'idea pseudo manageriale dell'organizzazione della P.A. costruita nelle aule universitarie, molto lontana dalla realtà concreta, frutto acerbo dell’ennesima complicazione burocratica. Il rischio di ingabbiare l'autonomia delle Amministrazioni, anche quelle alle quali tale autonomia è garantita dalla Costituzione, come i Comuni, è quindi molto elevato, e lo stesso intento di semplificazione rimane talvolta nei fatti irrisolto (come nel caso dei termini e modi di approvazione del Piano dei fabbisogni).
Il Convegno, promosso dalla rivista “Comuni d’Italia”, darà voce a queste riflessioni scientifiche per suggerire possibili soluzioni operative.