Rispetto alla stasi normativa del 2016, l’anno in corso si presenta abbastanza vivace sotto il profilo delle novità legislative, pur in assenza delle attese riforme del settore.
Significative sono le modifiche riguardanti il prelievo sui rifiuti, con l’approvazione dei nuovi criteri per adottare la tariffa- corrispettivo e l’aggiornamento delle regole dell’assimilazione dei rifiuti speciali, ferme al 1984.
Sotto il primo profilo, il Decreto attuativo più che dettare il metodo di determinazione della tariffa patrimoniale, che in effetti continua a mancare del tutto, sembra limitarsi a delineare le condizioni gestionali per la sua adozione. Si impongono già ad una prima lettura almeno due ordini di perplessità:
a) in primo luogo, la perdurante latitanza normativa sui criteri di quantificazione della nuova tariffa pone un evidente problema di rispetto del principio della riserva di legge che assiste tutte le prestazioni patrimoniali imposte;
b) genera inoltre forti riserve la circostanza di aver costruito un prelievo che in realtà replica gran parte degli errori commessi nel trattare come prelievo patrimoniale la TIA 1. Tanto, senza contare le altrettanto annose questioni relative alla disciplina della riscossione coattiva ed al regime sanzionatorio.
L’aggiornamento delle regole dell’assimilazione dei rifiuti speciali era atteso da tempo, oltre dieci anni se si considera l’entrata in vigore del Testo Unico dell’ambiente (D.Lgs. n. 152/2006).
Il risultato finale tuttavia sconta la frettolosità dell’intervento, imposto, come è noto, da un pronunciamento del TAR Lazio.
Altre modifiche di impatto apparentemente più contenuto hanno riguardato l’imposta di soggiorno, che è stata oggetto di un inopinato sblocco in corso d’anno e che finalmente vede comparire la figura del responsabile d’imposta, necessaria alla sua piena operatività, sul cui perimetro applicativo si registrano peraltro diversità di vedute.
L’attenzione resta alta, inoltre, sul tema centrale della riscossione, dopo la nascita del nuovo ente Agenzia delle Entrate-Riscossione che risolve solo alcune delle criticità del settore, lasciando invece del tutto irrisolta la questione della riforma indifferibile dello strumento dell’ingiunzione di pagamento.
In materia di processo tributario, si segnalano la definizione delle liti pendenti, resa accessibile anche ai Comuni a mezzo dell’adozione di un apposito regolamento, e l’ampliamento del reclamo tributario, con l’elevazione a 50.000 euro del limite di operatività. Scaduti i termini originari della procedura di definizione, si apre la fase di controllo e gestione delle domande dei contribuenti che richiede comunque attenzione da parte dei Comuni.
Infine, con l’approvazione del nuovo Testo Unico del terzo settore si è colta l’opportunità per riordinare la disciplina dei tributi comunali per gli Enti non profit, adottando anche alcune significative novità, ad esempio, sul trattamento delle cooperative sociali.