Negli ultimi anni il tema degli incarichi esterni è stato oggetto di costante attenzione da parte del legislatore e della Corte dei conti, in un’ottica di contenimento della spesa pubblica.
Da un lato i “Decreti Madia” sulla riforma del pubblico impiego, prendendo le mosse dal Jobs Act, hanno riformulato le norme che disciplinano il conferimento di lavoro autonomo a soggetti esterni alla P.A. introducendo limiti più stringenti per le collaborazioni coordinate e continuative, che non scompaiono ma riappaiono sotto una nuova veste; dall’altro un nuovo Decreto, nell’abolire il regime dei voucher, ha introdotto - anche per la P.A. - il contratto di prestazione occasionale (CPO), finalizzato a soddisfare specifiche esigenze temporanee o eccezionali nell’ambito di progetti speciali rivolti a determinante categorie in stato di povertà, disabilità, di detenzione, tossicodipendenza ovvero per l’organizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli. La coesistenza di due normative in tema di lavoro occasionale (art. 2222 Codice Civile e D.L. n. 50/2017) può porre inevitabili problemi interpretativi e di raccordo.
Ma vi è di più.
Il nuovo Codice dei contratti, come modificato dal Decreto correttivo, alimenta ulteriori incertezze: ci si riferisce, in particolare, alla nozione di operatore economico, che stride con i concetti di lavoratore autonomo e appaltatore, tanto cari alla tradizione civilistica italiana e sui quali è tuttora ancorata la giurisprudenza amministrativa e la prassi del Dipartimento Funzione Pubblica.
Che cos’è un incarico? Qual è la sua natura giuridica? Qual è la differenza con l’appalto di servizi alla luce del nuovo Codice dei contratti? Questo è oggi il vero nodo da sciogliere.
In altre parole, una Pubblica Amministrazione, nell’attribuire un incarico a soggetto esterno, conferisce lavoro autonomo o richiede un servizio sul mercato? Qual è, di conseguenza, il plesso normativo di riferimento? Il Testo Unico sul pubblico impiego o il Codice dei contratti? O la normativa speciale, se esiste? Il Jobs Act come ha influito sul conferimento delle collaborazioni esterne? Quali di esse sopravvivono dopo il 31 dicembre 2017? Il tradizionale lavoro autonomo occasionale sopravvive? O è stato abrogato dalla riforma “Madia”?
A queste ed altre domande si cercherà di formulare una risposta, facendo riferimento alla giurisprudenza amministrativa e contabile e alla prassi più significativa.
Durante il corso saranno affrontati, inoltre, gli aspetti fiscali e previdenziali relativi al conferimento degli incarichi, con particolare riferimento al regime dei rimborsi spese, ed i nuovi adempimenti del Contratto di prestazione occasionale alla luce dei chiarimenti INPS.